Il Check Point

IL CHECK POINT

 

Clicca sul pulsante rosso per vedere il check point fra Betlemme e Gerusalemme

 

Che cosa sono i check point?

Questi “impedimenti fisici” sono operativi dal 1967. In teoria dovrebbero proteggere Israele, ma non sono stazionati solo sulla frontiera tra Israele e la Cisgiordania, anzi, la maggior parte di essi è sparsa per tutta la Cisgiordania, separando le comunità palestinesi e rendendo l’accesso a città e villaggi quasi impossibile. I checkpoint non sono tutte postazioni militari permanenti gestite da soldati israeliani. Molti sono posti di blocco per impedire il transito, consistenti in transenne di metallo, mucchi di terra o barricate di cemento. Ci sono anche “checkpoint volanti”, che sono barriere temporanee erette a discrezione degli ufficiali israeliani al comando.

 

Cosa deve fare un palestinese in un check point?

I palestinesi devono aspettare in fila fino a che una luce verde gli dia il permesso di passare attraverso una porta girevole al metal detector. Una volta passato attraverso il metal detector, deve rispondere ad alcune domande e presentare la propria carta di identità, un eventuale permesso di lavoro israeliano, o il passaporto (nel caso si tratti di stranieri). Se i documenti di qualcuno non vengono giudicati sufficienti per i requisiti del viaggio, la persona respinta viene scortata da un soldato israeliano fuori dal checkpoint.

 

Cosa succede nei check point? Cosa causano?

I checkpoint sparsi per tutta la Cisgiordania influiscono negativamente sui palestinesi e sul loro modo di vivere in diverse maniere. L’economia e il commercio ne stanno soffrendo, l’istruzione è in un pericoloso declino, e le famiglie sono divise, ma questi problemi sono superati dalle ingiustizie assai più gravi che si verificano quasi quotidianamente ad ogni checkpoint. Vere e proprie violazioni dei diritti umani che vanno dalle percosse, all’essere costretti a bere detersivo, al subire umilianti perquisizioni a corpo completamente nudo. Il massimo della violenza e del sopruso si verifica però quando i soldati aprono addirittura il fuoco contro cittadini i palestinesi che transitano senza rappresentare nessun pericolo. E a partire dall’ottobre 2015, queste uccisioni immotivate e a sangue freddo presso i checkpoint sono decisamente aumentate.

I checkpoint non solo aumentano il tempo necessario perché i bambini arrivino a scuola ma li scoraggiano anche ad andare a scuola. Palestine Monitor riferisce che i bambini sono vittime di insulti, percosse e disprezzo da parte dei soldati israeliani. Come risultato di questa intimidazione sempre più bambini abbandonano la scuola o rimandano il completamento della loro istruzione.

 

 

Per continuare a scoprire i check point ti consigliamo di leggere e guardare:

“Every Day – Ogni Giorno”: una notte al checkpoint di Betlemme (I parte)

“Every Day – Ogni Giorno”: una notte al checkpoint di Betlemme (II parte)

“La strada tra i checkpoint”

“Testimonianza di un anonimo. I capricci dei soldati israeliani al check-point di Betlemme”

“Cisgiordania, quel muro altissimo e il check-point simbolo di Qalandiya”

 

 

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