La convivenza tra le Tre Religioni

LA CONVIVENZA TRA LE TRE RELIGIONI


Gerusalemme è l’ombelico del mondo: luogo santo per le tre religioni monoteiste: Cristianesimo, Ebraismo, Islam.

 

E’ sacra per gli ebrei, in quanto è la patria sacra dove si trovano i resti del Tempio Santo e capitale del regno di Giuda.

E’ sacra per i cristiani perché è qui dove Cristo sarebbe vissuto e risorto.

E’ sacra per i musulmani in quanto in questa terra sarebbe avvenuta l’ascesa al cielo del profeta Maometto. 

 

Le varie religioni hanno cercato di accaparrarsi maggior suolo possibile della Città Santa costruendo i propri luoghi di culto. Per capirlo è sufficiente soffermarsi su questa immagine:

 

Il monte degli Ulivi ( in ebraico הר הזיתים, Har HaZeitim; in arabo جبل الزيتون, الطور, Jebel ez-Zeitun) è una montagna ad est di Gerusalemme, sulla quale si può tracciare una linea immaginaria che passa per diversi luoghi di culto delle tre religioni. 

Ai piedi del monte c’è il Getsemani dove, secondo i vangeli, Gesù si sarebbe ritirato prima della passione. Oggi qui si trova una chiesa cattolica (non visibile dalla foto); un’altra chiesa cattolica da cui si ha una panoramica incredibile della Città Santa, sta ad indicare la presenza di comunità giudeo-cristiana ai tempi di Gesù.

(dietro la cupola d’oro) Nel libro di Zaccaria il monte degli Ulivi è identificato come il luogo da cui Dio comincerà a far rinascere i morti alla fine dei secoli. Per questo motivo, monte è stato usato come cimitero per gli ebrei di Gerusalemme. Si valuta che vi siano 150.000 tombe. (sulla destra).

Inoltre sul monte degli Ulivi si trova una Chiesa ortodossa russa (sulla sinistra).

Che occupa la vista del monte degli ulivi è la Moschea delle Rocce, punto in cui Maometto secondo l’Islam sarebbe asceso al Cielo.

 

La presenza e convivenza delle tre religioni è un elemento costante ed evidente nella città di Gerusalemme. Oggi i pellegrini arrivano da ogni angolo del mondo per pregare presso il Muro Occidentale, la Cupola della Roccia o la Basilica del Santo Sepolcro. La Città Vecchia è suddivisa in quattro quartieri: armeno, cristiano, ebraico e musulmano. Possiamo rendercene conto passeggiando tra i vicoli stretti e tortuosi all’interno delle mura e osservando attentamente come cambiano le costruzioni dei palazzi, le merci vendute dai negozianti alle bancarelle e dai personaggi che frequentano la zona.

 

Il quartiere armeno è il più piccolo tra i quattro.

È in questo luogo che la comunità armena – che oggi conta circa 1.500 persone – conduce la sua vita con le proprie scuole, la biblioteca, il seminario e i quartieri residenziali non accessibile ai turisti. Nel quartiere armeno sono diffusi i rimandi al genocidio armeno avvenuto durante la prima guerra mondiale. 

 

Il quartiere ebraico a differenza degli altri presenta un carattere residenziale con moderni edifici in pietra e una piazza centrale, dove si trova il Muro Occidentale noto anche come Muro del Pianto, principale luogo di devozione del popolo ebraico. 

Gli uomini portano la kippah o i più ortodossi  con i tradizionali abiti neri,  barba lunga cappello a larghe tese e a volte con il tefillin, spesso sul capo a volte intorno al braccio, un astuccio quadrato contenente dei brani della Torah.

Le donne hanno il capo coperto da foulard o cappelli.

Qui abita la comunità ebraica con i suoi 4.500 abitanti.  Ci si accorge di essere nel quartiere ebraico anche dalla varietà di gioielli sulle bancarelle.  

 

All’estremità sud-orientale della Città Vecchia si erge un’alta spianata punteggiata da cipressi chiamata dai musulmani Al-Haram ash-Sharif (Nobile Santuario) e dagli ebrei Har HaBayit (Monte del Tempio). Si tratta di uno dei luoghi santi più contesi dell’intero pianeta: considerato sacro dagli ebrei perché luogo in cui sorgevano il Primo e il Secondo Tempio Ebraico e oggetto di venerazione da parte dei musulmani in quanto qui sono presenti due degli edifici più sacri per l’Islam: la Cupola della Roccia e la Moschea Al-Aqsa. Simbolo di Gerusalemme è proprio la dorata Cupola della Roccia che si eleva su una lastra di pietra considerata sacra da entrambe le religioni.

Secondo gli ebrei, su questa roccia Dio creò Adamo e Abramo si apprestò a sacrificare il suo unico figlio Isacco; secondo la tradizione islamica, invece, da questo luogo Maometto salì al cielo durante il suo Viaggio Notturno.

A causa dei conflitti tra Islam e Ebraismo, soprattutto in questo punto della Città Vecchia si trovano dei ‘Check-Point’: degli impedimenti fisici di passaggio per proteggere Israele, solo dove i musulmani in regola possono passare. (per sapere di più sol conflitto Israele-Palestina clicca qui; per saperne di più sui check-point clicca qui).

 

In quest’area di conflitto sorge il quartiere musulmano con la sua popolazione di 22.000 residenti. Negozi di frutta e verdura e banchetti di dolciumi, commercianti che costringono quasi i passanti a entrare nei loro negozi.

Se ti capiterà di percorrere quelle strade di venerdì verso mezzogiorno, potrai osservare la fiumana di devoti musulmani che attraversa il quartiere e si dirige a pregare all’Al-Haram ash-Sharif.

Nel quartiere musulmano cinque volte al giorno si può ascoltare il canto del Muezzin, dall’alto del minareto: il richiamo alla preghiera per gli islamici. All’alba, a mezzogiorno, di tardo pomeriggio, al tramonto ed infine in tarda serata.

Queste preghiere aumentano ancora di più la consapevolezza di trovarsi in terra musulmana. E’ difficile abituarsi, soprattutto per quello all’alba!  Il venerdì nel quartiere musulmano tutto tace, perché il quinto giorno della settimana i credenti si riuniscono per pregare insieme ed ascoltare il sermone dell’imam. Quindi i luoghi di culto sono chiusi al pubblico.

Purtroppo noi ci siamo dimenticati che il venerdì fosse tutto chiuso, e abbiamo perso l’occasione di visitare la Moschea delle Rocce, una parte significativa di Gerusalemme.

 

LE NOSTRE RIFLESSIONI

 

“La moschea della roccia… La sua cupola d’oro è visibile da molto lontano e attira tantissimo l’attenzione…

Ero molto curiosa di visitare una moschea, specialmente questa di Gerusalemme! Volevo poter dire di essere entrata in contatto con tutte e tre le più grandi religioni che caratterizzano Gerusalemme… Non visitarla mi ha delusa abbastanza.. Spero però di riuscire a realizzare, prima o poi, questo mio sogno!”

(Letizia B.)

 

“Mi dispiace che non siamo potuti entrare nella moschea delle rocce, avrei voluto tantissimo poter vedere l’interno considerando quanto è bella da fuori.”

(Stefano C.)


“Non aver visto la Moschea della Roccia vuol dire non aver visto una parte di Gerusalemme. 

E Gerusalemme è una città multietnica, dai mille sapori e profumi, dai mille volti, e va vissuta nella sua interezza”

(Bianca C.)

 

“La moschea della roccia, uno degli edifici più ammalianti di Gerusalemme, una costruzione antica ma sempre giovane e vissuta, luogo sacro e di totale devozione, un posto in cui c’è il conosciuto e l’ignoto, luogo principale di culto degli islamici. 

Osservando le foto nostalgiche del nostro pellegrinaggio, mi chiedo ancora come abbia fatto a resistere alla tentazione di fare irruzione in quel posto così misterioso e sconosciuto, la cui la cupola dorata attrae i fedeli e i credenti di tutto il mondo.”

(Michele C.)

 

Il quartiere cristiano è caratterizzato da stradine che brulicano di negozi e laboratori artigianali.

Questo quartiere è quello più denso di significati per la maggior parte di noi italiani, la cui cultura e religione è cattolica. Tra i vicoli di questo quartiere Gesù con una corona di spine fu costretto a sorreggere la sua croce fino al luogo della sue crocefissione. Percorrere le stazioni della Via Dolorosa, o Via Crucis (clicca qui per vedere la Via Dolorosa a Gerusalemme), le quali rappresentano la Passione di Cristo e immaginarsi il triste cammino che ha compiuto con la croce in spalla fino al Calvario è un’emozione forte. Ad ogni stazione noi ci siamo raccolti per leggere il vangelo per poi pregare il Padre Nostro tenendoci le mani unite.

Il percorso termina con la Basilica del Santo Sepolcro una delle mete di pellegrinaggio più importanti al mondo, non solo per cristiani.

Costruita su quello che è considerato dai cristiani il sito del Calvario, dove Gesù fu crocifisso, morì e risorse, la chiesa include le ultime cinque stazioni della Via Crucis ed è perennemente affollata di turisti e pellegrini che rendono omaggio al luogo santo.

A causa della marea di persone in attesa di visitare il Sepolcro, purtroppo noi non siamo riusciti ad entrare nella stanza dove si pensa Gesù sia risorto, nonostante ci abbiamo provato varie volte. 

 

LE NOSTRE RIFLESSIONI

 

“Per me è come arrivare sempre secondi alle gare…sei lili per vincere ma c’è sempre un qualcosa che si intromette tra te e la vittoria ma nonostante questo la gara non perderà mai il suo fascino e tu non perderai mai la voglia di riprova per vincere…è sempre stato bellissimo indipendente da tutto, ma un po’ di amaro ci sarà sempre”

(Francesa Z.)

 

“Il Santo Sepolcro è un luogo molto importante per noi Cristiani.

Sono molto dispiaciuto e triste di non averlo potuto visitare.”

(John G.)

 

“Solo per una questione di pochi minuti, non sono potuta entrare nel luogo in cui si crede Gesù sarebbe risorto.

Ho fatto la fila per trenta minuti che sembravano un’infinità.

Davanti a me c’era solo una coppia di anziani. Appena il Sepolcro fosse stato libero, sarei potuta entrare ed immaginarmi la risurrezione di Cristo. Purtroppo però il tempo fugge.

Sì, sarei dovuta rimanere e rinunciare a qualsiasi altra attività in programma, infatti provo un grandissimo rancore al riguardo.

Questo rancore aumenta ulteriormente la mia voglia di tornare a Gerusalemme e completare il mio viaggio spirituale.”

(Elisa G.)

 

“Entrare nella Basilica del Santo Sepolcro senza effettivamente entrare nella cripta ha lasciato l’amaro in bocca a tutti.

È stato come guardare una cornice bellissima ma con la tela oscurata e per un soffio! Ed è sembrato proprio uno scherzo del destino che ogni volta che abbiamo provato a visitarlo ci sia stato un qualcosa che ce l’abbia impedito per pochissimo.

Che dire… Un motivo in più per tornare…”

(Samuele B.)

 

Tre storie,

tre culture,

tre popoli diversi,

ma che convivono – pur con difficoltà – fianco a fianco.

 

Che tu sia credente o meno, a Gerusalemme puoi percepire la grandezza, l’influenza e il potere della religione sugli uomini

ed entrare in una dimensione mistica per tutto il tempo della tua permanenza.